di G.G. #ReggioEmilia twitter@gaiaitaliacomRE #politica
Il sindaco uscente di Reggio Emilia ha sposato l’idea di un manifesto elettorale (a parte la riuscita, che è altra storia) che cancella il simbolo del PD a favore di un’immagine fanciullesca (con calvizie) disincantata, finta, insopportabile alla vista riassumibile in Luca Vecchi con gli amici che si fa un selfie.
Una soave rappresentazione di una fanciullezza incosciente che non prende sul serio nulla? No. Peggio. Il manifesto della campagna elettorale del PD per le elezioni amministrative del maggio prossimo nella cittadina emiliana. Che testimonia la malefica egemonia del salvinismo nella politica italiana. Che testimonia l’incapacità di uscire dallo stantìo del PD. Che testimonia che lo zingarettismo sarà la morte del PD.
Reggio Emilia, perfettina nel suo essere pochissimo, schiacciata tra Parma e Modena che sono assai più abili nel loro marketing istituzionale e fuori dal territorio; cittadina dove non si muove una foglia che il partito non voglia, insipida nelle sue manifestazioni culturali sempre importate, dove è difficile avere anche i numeri di certi addetti stampa; dove si inviano email dieci volte senza che ci sia una risposta, si affida per la nuova amministrazione, nuova si fa per dire, ad un sindaco che è da sempre in un partito che sceglie di oscurare il loro del partito e favore di un selfie dove non riesce nemmeno ad essere spontaneo circondato da altri che si fanno il selfie come se si divertissero. Una pena.
Altra cosa sono i risultati politici, che immagino siano soddisfacenti, come nel resto d’Emilia, perché in Emilia Romagna funziona tutto, le cose sono ben organizzate e via e via… Quindi perché perdere tempo a nascondere un simbolo, un’appartenenza, sposando un salvinismo-giovanilista patetico ed insensato dal punto di vista del marketing? Non era meglio raccontare, e non solo nelle sezioni, cosa è stato fatto e raccontarlo bene?
Lo sappiamo. La foto in alto potevamo scattarla meglio. Anche noi.
(5 aprile 2019)
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