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Topi, cincillà e il futuro del Paese… O delle fogne dove il tempo è sospeso

di Marco Maria Freddi

C’è chi pur sapendolo, per scelta ideologica finge di non comprendere che guardare alle nuove generazioni significa sostenere il futuro del Paese e del mondo. Durante le manifestazioni studentesche milanesi degli anni Settanta, immancabile era il ripetuto slogan che chiedeva che i fascisti tornassero nelle fogne, immancabile come l’inesorabile e scontato slogan dei tifosi della curva nord del Parma quando chiamano in causa i cugini di Reggio Emilia.

Le fogne si sono spalancate e i topi travestiti da cincillà (con tutto rispetto per ratti e roditori) sono andati al governo portando nel loro immaginario gli orrori, le politiche, le visioni e i pensieri di un passato mai per loro è passato. Nelle fogne il tempo è sospeso ed i valori positivi e condivisi come il riconoscimento dei diritti universali delle persone, dei diritti individuali e sociali, del rispetto dello stato di diritto e degli accordi internazionali sottoscritti e della Costituzione, vi è solo una pallida, sconsolata e quasi obbligata traccia. Ma ancor peggio, se questo fosse possibile, non c’è attenzione ai mutamenti ambientali del pianeta e la necessità di conversione ecologica del Paese, anzi c’è una continua e ostinata negazione che pone un piccolo interesse come preminente rispetto al futuro dei nostri e loro figli.

Valori positivi e condivisi conquistati e fatti vivere dalla fine della Seconda guerra mondiale, tutti temi lontani dai luoghi abitati per ottant’anni dai fascisti e i loro eredi.

Travestiti da cincillà per reputarsi in Europa pro-euro e pro-Unione, hanno sospeso i giudizi sul nuovo percorso politico nazionale ma la compulsiva urgenza politica di legiferare per “educare” a ciò che è buono e ciò che è cattivo, a ciò che è giusto e ciò che è sbagliato per i cittadini della “nazione” secondo i dettami dello “Stato mamma”, ha fatto cadere loro la maschera: i cincillà sono oggi visti per ciò che sono, topi, gli stessi che hanno abitato le fogne dal 25 aprile 1945 allo scorso 25 Settembre 2022.

La cultura della strage dei diritti e delle libertà continua, la barbara visione securitaria figlia della storia culturale del ventennio prende sempre più forma e dopo la lunga serie di miopi provvedimenti come il no alla produzione di carne da staminali come sfida e risorsa per la sostenibilità del pianeta libero dai violenti ed inquinanti allevamenti intensivi, al divieto di effettuare salvataggi plurimi in mare, dalla trascrizione dei figli di coppie omogenitoriali all’abolizione del reato di tortura, dal decreto Rave alle proposte per punire l’istigazione ai disturbi alimentari e l’utilizzo di forestierismi, si è aggiunto per ultimo ma aimè, credo non sarà l’ultimo, il reato di innocente protesta per sottrazione di futuro consapevole e reiterato della politica delle destre.

Una politica, quelle delle destre nazionali ed Europee, che costruisce muri interni ed esterni e sopprime i diritti conquistati e quelli ancora per cui lottare.

L’Italia è un Paese conservatore anche quando vota comunista ma per i conservatori di destra il tempo è bloccato e mentre il mondo va in direzione della ricerca e dello sviluppo in ogni campo della conoscenza umana, noi gongoliamo pensando alle scuole con indirizzo “Made in Italy” e la difesa di ciò che non è più difendibile condannandoci ad approvvigionarci nel futuro in paesi terzi di ciò che potremmo produrre nel nostro Paese. Già, c’è chi pur sapendolo, per scelta ideologica finge di non comprendere che guardare alle nuove generazioni significa sostenere il futuro del Paese e del mondo.

La strada per perdere la democrazia può essere molto rapida al contrario, costruire un Paese di democrazia matura, responsabile e consapevole, incastonato in un mondo sempre più interdipendente è una via lunga, impervia e a volte dolorosa poiché i fenomeni quando governati portano a consapevolezza, conoscenza e responsabilità, proibire non risolve mai il problema. Questo Governo, questa maggioranza è il carico residuale di questo Paese conservatore e credulone, questa classe politica un ultimo squassone di populismo a cui i cittadini italiani non hanno voluto rinunciare per mancanza di forze credibili in campo. E di contezza.

Fingere di non comprendere che guardare alle nuove generazioni significa sostenere il futuro del Paese e del mondo è puro autolesionismo, votare chi ideologicamente si rifiuta di guardare al futuro, è criminale.

 

 

(6 aprile 2023)

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