di Redazione, #ReggioEmilia twitter@reggioemilnotiz #Arte
Epopteia è parola del greco antico che significa ‘guardare al di sopra’, per ricostruire il passato o rintracciare un’identità, un processo di conoscenza ed emersione alla coscienza in cui l’io dell’artista lascia il posto a una visione che è al di là dei propri ricordi e del proprio tempo. Premessa forse necessaria per avvicinarsi ed iniziare a percorrere le linee superficiali, e da queste a quelle più profonde, di Epopteia! di Emanuele Sferruzza Moszkowicz, in arte Hu-Be.
Un’esperienza che da venerdì 7 febbraio ore 18, quando avverranno l’inaugurazione e l’apertura al pubblico nella Sala Civica de La Polveriera di Reggio Emilia, sarà possibile a tutti coloro che visiteranno questa grande opera (disegno a mano libera) e davanti ad essa potranno interrogarsi e interrogarla, navigarla, scoprirla nei suoi infiniti meandri, nei suoi interminabili ‘rimandi’ di senso e di immagini ed ‘evocazioni’ di vissuti reali e immaginari.
Epopteia! È stata presentata nella mattinata di mercoledì 5 febbraio dall’assessore a Cultura, Marketing territoriale, Pari opportunità e progetto Città senza barriere, Annalisa Rabitti, da Valerio Maramotti presidente del Consorzio Oscar Romero e rappresentante de La Polveriera, Beniamino Ferroni presidente Aps-K Lab e dall’artista Emanuele Sferruzza Moszkowicz, in arte Hu-Be. Con loro hanno partecipato alla presentazione i ragazzi “coautori” di Nessuno escluso. La sorgente di Epopteia! è nell’ascolto degli abitanti de La Polveriera che Hu-Be ha condotto da novembre 2019 a gennaio 2020. In questi mesi, si è instaurata una relazione fra persone che ha reso possibile l’ascolto di paure, sogni, dolore, speranze, di storie personali o comunitarie: un ‘accumulo’ rielaborato e ora declinato, come in una metamorfosi, nella narrazione artistica.
Così scrive Ilaria Campioli nel testo critico che può essere letto integralmente più in basso:
(si tratta di) una opera permanente, un wall drawing di oltre sessanta metri quadrati organizzato su tre tamponature separate, è un racconto vortice surreale e ironico che, come contenuto nel titolo Epopteia!, rimanda ad un processo conoscitivo in cui il soggetto conoscente non si distingue dall’oggetto conosciuto: è il risultato di un incontro in cui una parte non è predominante sull’altra ma che conduce ad un percorso di illuminazione e di esperienza. L’accento è quindi posto sul processo, sul percorso fatto dall’artista, dove l’opera funziona come una sorta di porta invisibile attraverso la quale si esce da un mondo e si entra in un altro. I punti di contatto fra queste due dimensioni sono quelli attorno a cui si organizza tutta la narrazione e provengono dalla rielaborazione di alcuni degli elementi più significativi accumulati e riorganizzati nella fase di ascolto.
Quegli oltre sessanta metri quadrati sono prima di tutto esperienza di consapevolezza, di presenza e di ascolto, di condivisione e di comprensione, di produzione e di stratificazione di materiali e documentazione. Corpus non esente da un certo grado di imprevedibilità, come è del resto la natura stessa di ogni esperienza autentica, inscindibile dall’opera e proiettata in ulteriori scenari.
Anche nel ‘tempo reale’ Epopteia! rappresenta una conclusione e un inizio. E’ infatti l’ultima tappa di Scribblitti, serie di performance che Emanuele Sferruzza Moszkowicz ha realizzato negli ultimi quattro anni e che combinano una fase di ascolto alla realizzazione di un enorme disegno a mano libera su parete, senza l’utilizzo di alcun canovaccio. Ed è prima proposta di Incontri – arte e persone, nuovo progetto del Comune programmato in Reggio Emilia per Emilia 2020 e oltre, a cui vengono periodicamente invitati artisti, designer, fotografi e creativi, a realizzare progetti e opere originali che partono dal dialogo con persone con fragilità.
Il lavoro è stato realizzato nell’ambito di La cultura non starà al suo posto e in particolare del progetto B. Diritto alla Bellezza, dove l’incontro tra creatività e fragilità può – come Epopteia! dimostra – essere generativo di nuove opportunità di inclusione sociale. Soggetti promotori sono: Comune di Reggio Emilia/Progetto Città senza Barriere, Consorzio Oscar Romero, La Polveriera, Farmacie comunali Riunite, K-Lab.
(6 febbraio 2020)
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