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Il Sindaco Massari sull’escalation di minacce tra gruppi di giovani: “Intolleabili episodi che riguardano una esigua minoranza dei giovani reggiani”

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“L’escalation di minacce a cui assistiamo in questi giorni nella nostra cittĂ , tra gruppi di estrazione diversa, è indice di un malessere diffuso – soprattutto tra i giovani – di cui la nostra comunitĂ  ha il dovere di farsi carico”, lo scrive il sindaco Massari in una nota stampa inviata in redazione.

“Non è tollerabile infatti che ci siano agguati di cosiddette “baby gang” ai danni di tifosi o di semplici cittadini che frequentano luoghi pubblici come possono essere stadi o centri commerciali, così come non possiamo fare finta di non vedere che anche nella nostra cittĂ  gli episodi di microcriminalitĂ  hanno a che vedere con una fascia di popolazione sempre piĂą giovane. D’altra parte, leggere slogan palesemente razzisti su volantini fa rabbrividire, così come sono indice di grande preoccupazione i frequenti richiami alla giustizia fai da te. Usare linguaggi e toni violenti non fa altro che mettere distanza tra le parti e passare da un’escalation di minacce a un’escalation di violenza appare davvero la peggiore delle opzioni possibili. C’è sicuramente una dimensione legata all’ordine pubblico, per cui ribadisco la massima fiducia nelle forze dell’ordine impegnate sul nostro territorio. Spetta a loro il mantenimento della sicurezza ma è altrettanto vero che occorre collaborazione da parte di tutti i soggetti coinvolti, in primis cittadine e cittadini. Le forze dell’ordine, per altro sottodimensionate in termini di effettivi come piĂą volte ribadito anche nelle recenti interlocuzioni col governo, devono avere nella cittadinanza una forza collaborativa e capillare, capace di segnalare le situazioni piĂą critiche e di farsi parte attiva nella promozione di comportamenti responsabili”, continua la nota.

“C’è poi una dimensione di convivenza pacifica poichĂ© la coesione sociale della nostra cittĂ  dipende dalla capacitĂ  di convivere, di escludere la violenza dalle nostre vite, di accettare la diversitĂ  nel rispetto delle regole. E visto che si parla tanto di reggianitĂ  vorrei ricordare che Reggio Emilia in questo senso ha sempre rappresentato un modello e, nonostante le difficoltĂ  dell’epoca in cui viviamo, deve continuare a esserlo perchĂ© la stragrande maggioranza dei giovani reggiani studia, lavora e vive pacificamente, è tollerante, è inclusiva e non è razzista.

Qualsiasi sia il credo, l’appartenenza, l’estrazione sociale e la condizione economica e culturale, accettare l’altro è un presupposto di umanitĂ  a cui non possiamo sottrarci. Infine c’è una dimensione di educazione e di rispetto delle regole. In ogni stato di diritto vivere significa rispettare le regole di convivenza pacifica ma significa anche condividere la responsabilitĂ  dell’educazione dei giovani o giovanissimi, comprendere come la scuola, la famiglia, le realtĂ  sportive e associative vadano messe nelle condizioni di poter assolvere ai loro compiti nel migliore dei modi.

Ordine pubblico, capacitĂ  di convivere, educazione sono tre dimensioni con cui credo vadano affrontati i problemi, uscendo dalla retorica strumentale del “con noi o contro di noi” – chiude la nota –  e abbracciando la logica della responsabilitĂ , del rispetto delle regole e delle istituzioni”.

Ci permettiamo di sottolineare che servono anche soluzioni. E servirebbe anche proporle.

 

 

(1 marzo 2025)

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