Urgenti e maggiori finanziamenti sono necessari per evitare un’incombente catastrofe sanitaria nei campi per rifugiati di Dadaab in Kenya, avverte Medici Senza Frontiere (MSF). Un’epidemia di colera nei campi ha colpito finora 2.786 persone e adesso c’è il rischio imminente di altre epidemie di malattie gastrointestinali. MSF chiede un’azione immediata da parte di donatori e di organizzazioni umanitarie per affrontare le condizioni insalubri e il sovraffollamento dei campi.
Il complesso di Dadab, situato nella regione nord-orientale del Kenya, comprende tre campi che ospitano oltre 300.000 rifugiati, la maggior parte provenienti dalla vicina Somalia. Il numero dei rifugiati è cresciuto rapidamente negli ultimi mesi a causa di una prolungata siccità in Somalia, causando un grave sovraffollamento e una maggiore pressione sui servizi esistenti, tra cui la fornitura di acqua potabile e di latrine.
L’attuale epidemia di colera è legata alla riduzione delle attività idriche e igienico-sanitarie essenziali nei campi, tra cui la fornitura di acqua pulita, la distribuzione di sapone, la costruzione e la riparazione di latrine e l’organizzazione della gestione dei rifiuti. Oggi, secondo le organizzazioni umanitarie, quasi la metà della popolazione non ha accesso a latrine funzionanti, costringendo le persone ad utilizzare spazi aperti nei campi e nelle loro vicinanze, aumentando quindi il rischio di epidemie. Il ministero della salute del Kenya e le agenzie umanitarie hanno effettuato vaccinazioni contro il colera e campagne di promozione della salute per aiutare la popolazione a proteggersi dalla malattia, ma per contenere l’epidemia è necessario migliorare le infrastrutture idriche e igieniche.
MSF gestisce un ospedale a Dagahaley, uno dei tre campi che compongono Dadaab. Solo a Dagahaley, i team di MSF hanno segnalato più di 1.120 casi di colera e 2 morti dall’inizio dell’epidemia nel novembre 2022. Le équipe MSF distribuiscono ogni giorno 50.000 litri di acqua potabile al giorno e nelle ultime settimane hanno costruito 150 latrine, all’interno e fuori dei campi dove circa 9.000 persone sono appena arrivate allestendo rifugi di fortuna nel deserto circostante. Finora MSF ha fornito a circa 1.000 di queste famiglie teli di plastica, materassi e sapone liquido. Ma c’è ancora molto da fare per soddisfare i bisogni delle persone e prevenire una crisi umanitaria.
Il governo keniota ha annunciato l’intenzione di riaprire un quarto campo, Ifo 2, per accogliere i nuovi arrivati e alleviare la pressione sui campi esistenti. MSF chiede che questi piani vengano attuati con urgenza e che includano maggiori finanziamenti per l’acqua e i servizi igienici in tutto il complesso di Dadaab. MSF chiede alla comunità internazionale, ai donatori e alle organizzazioni umanitarie di rispondere con urgenza alla crisi in atto a Dadaab, intervenendo immediatamente per affrontare le allarmanti condizioni igienico-sanitarie e prevenire l’ulteriore diffusione di malattie. MSF chiede al governo del Kenya e all’UNHCR di trovare soluzioni durature per i rifugiati dei campi di Dadaab.
I tre campi di Dagahaley, Ifo e Hagadera ospitano attualmente più di 245.000 rifugiati registrati, molti dei quali vivono nei campi da oltre 30 anni. I campi ospitano anche più di 124.000 rifugiati non registrati, tra cui 67.000 persone arrivate nel 2022.
A gennaio MSF ha aperto altre due cliniche per fornire assistenza sanitaria ai rifugiati appena arrivati alla periferia del campo di Dagahaley. MSF ha fornito supporto medico a Dadaab e dintorni per la maggior parte dei 32 anni di esistenza del campo. Attualmente le attività di MSF si concentrano nel campo di Dagahaley, dove le équipe forniscono assistenza sanitaria completa ai rifugiati e alle comunità ospitanti attraverso due ambulatori e un ospedale da 92 posti letto. Oltre all’assistenza sanitaria generale, le équipe di MSF forniscono supporto sanitaria sessuale e riproduttivo, compresi interventi ostetrici d’emergenza, supporto medico e psicologica per i sopravvissuti alla violenza sessuale, cure insuliniche a domicilio e cure palliative.
(30 maggio 2023)
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