Ancor più che le parole, contano i numeri. Che dimostrano come investire nella prevenzione significhi investire nella vita.
Grazie allo screening del collo dell’utero, in Emilia-Romagna l’incidenza dei tumori è diminuita del 40% e la mortalità del 50%; lo screening mammografico ha consentito alle donne che lo hanno fatto di diminuire la mortalità del 56% e le forme avanzate di carcinoma del 26%, favorendo cure più semplici e meno invasive; infine, lo screening del colon retto ha ridotto la mortalità del 65% negli uomini e del 54% nelle donne, con una prevenzione del cancro rispettivamente del 33% e del 21% per chi ha scelto di aderire.
Da quasi trent’anni il servizio sanitario regionale offre screening gratuiti per i tumori femminili del collo dell’utero, riservato alle donne dai 25 ai 64 anni, e della mammella, per quelle tra i 45 e i 74 anni; e da vent’anni è attivo lo screening per il colon retto, che fino al 2024 era destinato ai cittadini di entrambi i sessi tra i 50 e i 69 anni. Da gennaio 2025, la decisione della Regione di estenderlo alla fascia d’età 70-74 anni, in linea con le Raccomandazioni del Consiglio dell’Unione Europea e con il Piano nazionale della Prevenzione, ma soprattutto alla luce di due fattori: l’efficacia dimostrata ai fini della prevenzione e il forte aumento dell’incidenza del cancro al colon retto a partire dai 75 anni, rilevata dal Registro regionale Tumori. Con il chiaro obiettivo di ridurre sia l’incidenza complessiva, sia quella di tumori in stadio avanzato per le persone in questa fascia d’età e anche più anziane.
E proprio per favorire una maggiore conoscenza e più ampia partecipazione allo screening del colon retto – che in termini di adesione registra una percentuale ancora bassa, 53,3%, nonostante sia superiore alla media nazionale – la Regione è pronta a lanciare dal 1^ ottobre una nuova campagna di comunicazione, che si svolgerà per tutto il mese con il messaggio “L’hai fatta? La prevenzione inizia anche da qui”. Testimonial d’eccezione il rotolo di carta igienica, scelto per la sua forte potenza comunicativa, a cui si affianca l’invito a tutte le persone residenti e domiciliate assistite nella fascia di età 50-74 anni a partecipare allo screening, che è “gratuito, semplice e può salvarti la vita”. Tutte le informazioni si trovano al seguente link: regioneer.it/colon.
La presentazione della campagna e il punto sulla prevenzione oncologica, con un focus sullo screening al colon retto, è stato fatto oggi in conferenza stampa in Regione dall’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi.
“La partecipazione agli screening consente una diagnosi precoce, prima della comparsa di sintomi, e aumenta le possibilità di guarigione, riducendo significativamente la mortalità per tutti e tre i tipi di cancro- afferma Fabi-. Inoltre, permette di individuare e curare lesioni pretumorali del colon retto e del collo dell’utero, contribuendo a ridurre l’incidenza di nuovi tumori. La prevenzione è fondamentale, e per questo come Regione continuiamo a garantirla e a rafforzarla, con un percorso diagnostico-terapeutico integrato, completamente gratuito e organizzato, che accompagna il cittadino dal test iniziale fino agli eventuali approfondimenti diagnostici e ai successivi trattamenti di cura e follow-up. Ma l’impegno delle istituzioni, che ci colloca tra le Regioni più attive e con tassi di partecipazione tra i più alti a livello nazionale, non basta, ancora più importante è quello dei cittadini”.
“Il carcinoma del colon retto- spiega l’assessore- rappresenta la seconda causa di incidenza e mortalità oncologica in Emilia-Romagna e in Italia, eppure l’adesione a questo screening stenta a decollare, soprattutto rispetto agli altri due, mammella e collo dell’utero, che invece continuano gradualmente a crescere e hanno raggiunto livelli molto buoni. Colmare questo divario è dunque prioritario, perché il principale fattore di rischio modificabile è proprio la mancata adesione. Non partecipare allo screening significa sottrarsi alla possibilità di fare una prevenzione efficace, nonostante il test sia molto semplice e da eseguire a casa, dopo aver ritirato il kit in farmacia o presso i punti indicati nella lettera di invito”
“Facciamo uno sforzo tutti insieme- chiude Fabi- perché così potremo salvare molte più vite. Non rimandiamo questo importante appuntamento con la prevenzione”.
Dati delle adesioni
I dati aggiornati al 30 giugno 2025 e monitorati dall’assessorato regionale alle Politiche per la salute registrano queste percentuali di partecipazione nei tempi raccomandati: screening mammografico (donne): 73,0%; screening della cervice uterina (donne): 67,6%; screening colorettale (uomini e donne): 53,3%. Segno che una buona parte di popolazione femminile di 50-74 anni che aderisce allo screening mammografico e della cervice uterina non partecipa a quello per la prevenzione e diagnosi precoce del tumore del colon retto, che è il secondo più frequente nelle donne dopo quello al seno. Ancor meno partecipano gli uomini, nonostante abbiano un rischio maggiore delle donne per questa neoplasia, che è la terza per frequenza dopo prostata e polmone.
Anche grazie allo screening organizzato, il tumore del colon retto mostra in Emilia-Romagna un andamento in diminuzione sia per mortalità che per incidenza, pertanto raggiungere quel 47% che non aderisce regolarmente permetterebbe di incidere significativamente sulla riduzione del carico di malattia, sia dal punto di vista clinico che di spesa sanitaria.
A chi è rivolto e come funziona lo screening al colon retto
Dal 2025 in Emilia-Romagna lo screening, prima riservato a uomini e donne tra i 50 e i 69 anni, è stato esteso gradualmente alla fascia d’età 70-74: quest’anno è partito l’invito per i nati nel 1955 che nel corso dell’anno compiono i 70 anni, in continuità con la cadenza biennale dall’ultimo test eseguito o invito ricevuto. Contemporaneamente si stanno invitando tutti i nati nel 1951 che compiono i 74 anni e che avranno così l’opportunità di eseguire un ulteriore screening prima di uscire dal programma. Nel 2026 saranno invitati anche i nati nel 1956 e nel 1952, proseguendo così fino al 2028, quando tutte le persone in età tra i 70 e 74 anni saranno comprese nella chiamata di screening.
Nel periodo gennaio-giugno 2025 sono stati invitati complessivamente 38.977 cittadini, di cui: per l’anno di nascita 1951, 15.128 femmine e 12.330 maschi (totale 27.458, il 60% del target annuale); per l’anno di nascita 1955, 6.430 femmine e 5.089 maschi (totale 11.519). L’adesione all’invito finora è del 53% per nati e nate nel 1951 e del 56% per l’anno di nascita 1955, con un valore di poco superiore nelle femmine che nei maschi.
Lo screening seleziona, tramite il test per la ricerca del sangue occulto, la popolazione più a rischio per patologia del colon retto, proponendo, in caso di positività, l’esame di approfondimento che è la colonscopia. Tramite la colonscopia è possibile individuare e rimuovere polipi intestinali, che se non asportati, nel tempo, potrebbero progredire verso forme tumorali. Permette anche di riscontrare tumori già presenti prima che diventino sintomatici, intervenendo con cure più conservative ed efficaci. 1 uomo ogni 3-4 e 1 donna ogni 5-6 ha una lesione significativa alla colonscopia di screening.
(30 settembre 2025)
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