di Giovanna Di Rosa
L’elefantessa ha partorito il topolino, l’ennesima riforma abortita mentre la si concepiva, riuscendo ad offuscare l’orribile legge finanziaria che rinnega anni di grida dall’opposizione e una campagna elettorale così poco credibile da portare a crederci il 26,2% del 44% circa di chi è andato a votare. Lo chiamano trionfo e delirano di essere fieri di loro stessi.
L’ultimo topolino che squittisce da tutti i quotidiani possibili è l’ennesima riforma costituzionale che sarebbe stata “discussa con Mattarella”, ma pare che Mattarella non ne sappia proprio nulla, e che merita il premio speciale della critica, come argutamente suggerisce Vittorio Lussana nella sua rubrica Giustappunto su queste pagine. La riforma è raccontata in termini strettamente tecnici da Kishore Bombaci sempre sul nostro quotidiano, racconto che non rende merito alla prosopopea meloniana sempre più legata all’ego (lo chiamano carisma) della leader e sempre meno alla realtà.
La realtà, in soldoni e al punto in cui siamo ora, è una sola: per la riforma costituzionale occorrendo i due terzi dei voti del parlamento in doppia lettura per ognuna delle due camere i voti non ce li ha, e si ha la sensazione che la lideressa ritenga di potere stravincere al referendum che inevitabilmente ne seguirà forse dimenticandosi che esiste soltanto un istituto in Italia più fallimentare dei governi che con cadenza più o meno regolare lo propongono: ed è quello del referendum. Chiunque ci provi, fallisce. Saranno prove di suicidio. E sarà colpa nostra.
Così un governo fallimentare sotto ogni aspetto prova a fare, o meglio, tenta di rifare, l’unica cosa che le destre di questo paese sanno fare: eliminare la Costituzione formale a favore di una loro percezione di ciò che dovrebbe essere il paese, in questo caso, una copia illiberale all’ungherese di quella che fu una democrazia già altamente imperfetta. Ci penserà il non voto del referendum prossimo venturo. Nell’attesa si spera che i partiti famigliari la smettano di promettere miracoli e di praticare meno del possibile, continuando a sprecare il tempo della vita dei cittadini con totale disprezzo del loro benessere a favore di un odioso pensare di poter continuare spudoratamente ad imbrogliare la gente con false promesse: gente di nessun talento pronta, più o meno, a tutto.
(4 novembre 2023)
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