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Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore

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di Vanni Sgaravatti  #Casalgrande twitter@CasalgraNotiz #Cultura

 

Cosa penso quando immagino un libro? Uno scrigno che contiene un tesoro, la conoscenza materializzata, il sapere che si “incarna” in oggetto. Uno strumento per la comunicazione di un sapere che potenzialmente appartiene a tutti, perché viene donato a tutti da qualcuno. E proprio per questo, mi stimola un atto d’amore e di riconoscenza verso il donatore, che dovrebbe motivare tutti noi ad impegnarci per preservare lo spazio e il tempo di chi ha la possibilità di condividere e trasmettere conoscenza e sentimenti. Significa prendersi cura dei donatori di cultura. Così andrebbe interpretato il diritto d’autore.

I racconti e le narrazioni fanno parte della nostra evoluzione, della nostra identità umana. Sono quelli che ci hanno fatto fare un salto nell’evoluzione. Un salto che si rintraccia nei grafiti e nelle testimonianze dei racconti fatti attorno al fuoco, in momenti della giornata in cui fin dall’inizio della nostra storia si sono trasmesse conoscenze, senso ed emozioni non strettamente legate al modo con cui sopravvivere. Quelle storie raccontate sono state la base della nostra evoluzione culturale.

E poi la scrittura, il modo di rendere stabile la trasmissione delle conoscenze, della nostra storia, ha utilizzato diversi strumenti, caratteristici di ogni epoca. Oggi, continuano a persistere forme diverse, dall’internet alle storie tramandate tramite il ritmo dei tamburi dei cantastorie del Burkina Faso, al libro di carta. Il punto centrale, forse, non è la materializzazione del nostro sapere, la forma che ci permetta di attivare il nostro pensiero più riflessivo che ci permette di prendere distanza dal nostro istinto, riconoscendo le forme adeguate per vivere in un mondo con le sue specifiche complessità e incertezze.

Però, personalmente, sono affezionato alla materializzazione, che sollecita tutti i sensi che ha accompagnato il mio percorso: il libro di carta. Vederlo mi dà un senso di serenità, immaginando che dentro contenga segreti da svelare e aprirlo mi fa provare una profonda gratitudine verso l’autore, un mio simile, che, anche se non mi conosce, mi ha fatto questo dono e, per questo, vorrei poterlo tutelare perché continuasse a farlo.

*Vanni Sgaravatti è Assessore alla Cultura del Comune di Casalgrande

 

(23 aprile 2020)

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