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Vetrano e Randisi a Teatri di Vita con le struggenti “Ombre Folli” di Franco Scaldati #Inscena dal 4 al 7 aprile

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di Redazione #Bologna twitter@bolognanewsgaia #Teatro

 

 

Un incontro tra due anime che emergono dal buio. La storia di due uomini – un travestito e un perbenista – che si raccontano e si svelano, sospesi in un’atmosfera visionaria e fantasmatica. È il racconto poetico di due “Ombre Folli”, incarnate da Enzo Vetrano e Stefano Randisi, anime vaganti in cerca della propria identità, racchiuso nella drammaturgia di Franco Scaldati, autore siciliano scomparso sei anni fa. A Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; info: www.teatridivita.it; 333.4666333), venerdì 5 aprile ore 21, sabato 6 ore 20, domenica 7 ore 17.

In occasione dello spettacolo, tre appuntamenti dedicati a Franco Scaldati. Giovedì 4 aprile 2019 alle ore 18, verrà presentato il libro “Il teatro è un giardino incantato dove non si muore mai” (ed. Titivillus), la prima raccolta di contributi sulla vita e l’arte del drammaturgo siciliano, a cura di Valentina Valentini: alla Libreria Modo Infoshop, via Mascarella 24/b, con la partecipazione di Gerardo Guccini, Stefano Casi e gli stessi Vetrano e Randisi. Sempre giovedì, alle 20.30, presso il Cinema Orione in via Cimabue 14, verrà proiettata l’anteprima bolognese del film Totò e Vicè (2017), adattamento cinematografico diretto da Franco Battaglia e Umberto De Paola, tratto dall’opera teatrale di Scaldati e dall’adattamento di Vetrano e Randisi. Infine, domenica 7 aprile 2019, a Teatri di Vita, alle ore 15 (ingresso gratuito), verrà proiettato Gli uomini di questa città io non li conosco (2015): un docufilm di Franco Maresco sul teatro e le vicende personali dell’artista palermitano.

Gli eventi sono inseriti nella stagione di Teatri di Vita “Recito di cittadinanza”, realizzata in convenzione con il Comune di Bologna, con il contributo della Regione Emilia Romagna, e con il sostegno di Fondazione del Monte.

 

Ombre Folli è la terza tappa di Vetrano e Randisi nel mondo linguistico e antropologico di Franco Scaldati, uno spettacolo che ci porta all’estrema rarefazione di due fantasmi e al tempo stesso alla concretezza fisica e materiale dei loro corpi e desideri. Sono due uomini alla ricerca della loro identità: uno si traveste di nascosto, fa sesso con uomini incontrati per strada e li uccide se viene riconosciuto; l’altro, quando scopre questa sua doppia identità, lo sequestra per salvarlo dalle sue perversioni e guarirlo dalla deviazione. È uno spettacolo di parole e di emozioni, che si consuma in un’atmosfera visionaria e poetica, a tratti malinconica e tenera. Sulla scena, il mondo di Scaldati, fatto di personaggi lasciati ai margini della società, diversi e folli appunto. Rivive così la drammaturgia dell’artista siciliano, in cui chi parla non è mai da solo: scritto in dialetto palermitano, ogni monologo che la compone è seguito da una sua traduzione, in un gioco di richiami e risposte tra ombre. Un viaggio alla ricerca della propria identità, tra poesia e follia.

Da sarto ad attore e poi poeta e drammaturgo, Franco Scaldati è una delle voci più importanti del teatro siciliano e dell’Italia intera. Di origini umili, proprio come quelle dei suoi personaggi, la sua drammaturgia è intrisa di tenerezza e antica sapienza: una vita scandita da scrittura e teatro, intrecciata in modo viscerale alla lingua e alla cultura della sua Sicilia, della sua Palermo. Un autore spesso dimenticato, di cui è necessario avere memoria.

Attori, autori e registi teatrali, Enzo Vetrano e Stefano Randisi lavorano insieme dal 1976. Col Teatro Daggide di Palermo, condividono l’esperienza formativa del teatro di gruppo. Dall’83 al 92 formano una compagnia all’interno della Cooperativa Nuova Scena di Bologna, partecipano a diversi lavori con Leo de Berardinis e danno poi vita a nuove formazioni. Vincono numerosi premi (Le Maschere del Teatro Italiano; Premio Hystrio-Anct; Premio ETI – Gli Olimpici del Teatro) e ricevono riconoscimenti per la carriera (Premio Palermo per il Teatro e Premio Imola per il Teatro). Per Assassina di Franco Scaldati ricevono la nomination al Premio Ubu e al premio Hystrio Twister.

Il teatro è un giardino incantato dove non si muore mai è la prima raccolta di contributi che si accostano al mondo poetico di Franco Scaldati, a cura di Valentina Valentini. Un percorso tra l’arte e la vita di un artista spesso dimenticato, per esplorare e riflettere sul suo teatro, rompendo una visione che lo stigmatizza come un universo inaccessibile e incomprensibile.

 

Totò e Vicè (2017), diretto da Franco Battaglia e Umberto De Paola, è un film tratto dall’opera teatrale di Scaldati e dall’adattamento di Vetrano e Randisi. Due creature senza tempo vagano di notte in una Palermo vuota e silenziosa; un viaggio urbano e una vita tra memoria e sogni. Dalla periferia, raggiungono la città e le sue viscere: è la Palermo di Scaldati, in cui le architetture si intrecciano alle riflessioni metafisiche dei due viandanti in una notte senza tempo.

Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2015, Gli uomini di questa città io non li conosco è il docufilm firmato da Franco Maresco sull’arte e la vita di Franco Scaldati, a due anni dalla sua morte. Una testimonianza che sa di stima reciproca e amicizia profonda. Il regista e l’artista sono accomunati da un legame viscerale con la città di Palermo, di cui, però, non conoscono più gli uomini che la abitano: si scontra con i loro ricordi e cambia insieme alla cultura di una nazione sopraffatta dal disinteresse per l’arte e per il presente.

 

 




 

 

(31 marzo 2019)

©gaiaitalia.com 2019 – diritti riservati, riproduzione vietata

 




 

 

 


 

 

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