Se a sbugiardare l’operato degli italici sovranisti sono altri sovranisti. C’è sempre un sovranista più becero

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di Giovanna Di Rosa

Il governo Meloni schiavizzato dalle continue fughe in avanti di Matteo Salvini, con l’ottima spalla dell’attuale ministro dell’Interno Piantedosi già capo di gabinetto del Salvini pre-Papeete, non riesce a reagire alle pulsioni sovraniste della Lega non per incapacità di Meloni, certamente per sue ingenuità, ma a causa del centinaio di deputati che Salvini ha piazzato in Parlamento e che se uscissero dalla maggioranza riporterebbero l’Italia al voto.

Succede quando ci si sente così potenti da pensare di poter sfondare il muro del 30% nel proporzionale, quel 30% che è la soglia fatidica superata la quale i politici italiani vanno un po’ fuori di testa. Meloni si è fermata al 26,1% e si è accorta subito di avere ceduto troppi collegi maggioritari a Salvini che oggi, vedremo fino a quando, fa quello che vuole.

Si spiega tanto semplicemente la recrudescenza di politiche sovraniste dell’Italia che devono però, ahiloro, fare i conti con i sovranismi europei che vedono Meloni come il fumo negli occhi e sono firmati Le Pen – che è stata quella figura politica francese, insieme alla destra estrema d’Oltralpe, che ha dato la stura alla rappresaglia gallica contro il romanico fascistoidismo. Perché il punto, Signora mia, è che c’è sempre un sovranista più becero pronto a farti lo sgambetto perché nelle inutili teste sovraniste anche uno sgambetto è una medaglia. Non importando le conseguenze.

Ecco dunque, tra il serio e il faceto, una rapida carrellata delle decisioni infantili, pericolose, inutili, disumane e razziste prese dal governo Meloni che l’11 novembre, nello snocciolare le uniche due misurette economiche che è stata in grado di varare mentre si profila all’orizzonte una recessione in vista che sgretolerà questa destra tracotante e cialtrona che se ne frega del paese per occuparsi di migranti (di cui l’Italia ha bisogno perché gli Italiani figli non ne fanno più), e sono dieci anni che straparlano di migranti da destra e da sinistra.

Poi c’è l’inflazione che Meloni non nomina mai corre all’11,2%. Mentre lei corre appresso a Salvini.

 

(12 novembre 2022)

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