di Daniele Santi
I silenzi delle destre sulla guerra scatenata da Putin trovano perfetta corrispondenza nelle incongruenze verbali di loro rappresentanti locali che dicono la prima cosa che capita loro in testa, pensando che sia la cosa giusta da dire. Ed è certamente politicamente così, perché per quanto di basso livello si possa essere, politicamente parlando, l’abc del politico di provincia lo si impara in fretta: dire la prima cosa che pare utile. Che è la strategia che porti dritti in parlamento agli ordini della leaderessa.
Così eccoci al rappresentante reggiano di Fratelli d’Italia che prima “incrocia per caso una manifestazione dove appaiono le “Z” russe”, e se dice “per caso” non abbiamo motivo di pensare che non sia così, e poi afferma con balillico candore: “Condannare l’invasione dell’Ucraina? Ipocrita farlo solo quando gli attacchi sono della Russia” riportato da Repubblica, che non vuol dire niente ma fa tanto pensare al complotto – prima no vax, ora pro-Putin. E visto che Fratelli d’Italia ha evidentemente bisogno di visibilità, più che di politici con un programma, considerando chi candida, avanti con la prima cosa che viene in mente, in perfetto coordinamento con il fratello-coltello Salvini principe del non dire nulla per la necessità quasi compulsiva di dire qualcosa.
Se osserviamo i sondaggi nazionali vediamo come da diverse settimane Fratelli d’Italia sia fermo al 21,6% nelle intenzioni di voto, o giù di lì; se guardiamo alla politica nazionale scopriamo che Fratelli d’Italia e la granitica [sic] destra unita-di-tutte-le-destre non riesce a mettersi d’accordo nemmeno sui candidati alle amministrative e, proprio a partire dall’Emilia-Romagna da dove l’augusto reggiano esponente dice la sua in piena libertà – potrebbe provare ad andare a Casa Putin a dire ciò che gli passa per la testa contro il governo – le performance filo-Putin degli esponenti del partito personale di Meloni, creato a immagine e somiglianza della dinastia Le Pen, stessi toni colorati e stesse grida a sposare il tema del momento per un decimale in più nei sondaggi, si moltiplicano a livello locale così come diventano sempre più tombali i silenzi a livello nazionale.
Andando avanti così verrebbe da pensare che Putin sia addirittura un neofascista che sposa le stesse linee politiche di FdI: ma una simile disgrazia non la si augura a nessuno. Nemmeno a FdI.
Del resto la sua classe politica locale, in città e in provincia, parla già con sufficiente chiarezza di ciò che pensa la base profonda del partito che è forse riassumibile nella dichiarazione del consigliere correggese: “Dai media italiani non si riesce a capire quali notizie sono vere o no. Vorrei sapere cosa è successo davvero a Bucha, le informazioni arrivano solo dal regime (democraticamente eletto con democratiche elezioni, ndr) di Kiev”. E racconta molto, anzi moltissimo sul grado di penetrazione della propaganda ordita dalla Russia prima della guerra scatenata da Putin contro Kjiv.
(12 aprile 2022)
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