13.3 C
Reggio nell'Emilia
venerdì, Marzo 31, 2023

Tuona Meloni sovranista rediviva: “L’Ungheria è una democrazia. Orbán ha vinto le elezioni” (e non importa cosa ha fatto dopo)…

Altre da Reggio Emilia

“Comici”, esito del laboratorio di II livello di teatro 22|23 di eUROPA tEATRI a cura di Chiara Rubes. L’1 e 2 aprile alle 21

di I.G. Ispirato liberamente ai personaggi de “Il teatro comico” di Carlo Goldoni, quest’opera vuole essere un atto d’amore verso il teatro. Luogo magico dove le persone diventano personaggi e nello stesso tempo uno spazio in cui i personaggi si tolgono le maschere per essere autentiche persone vere più del vero. a cura di Chiara […]

CONDIVIDI

di Giovanna Di Rosa

Eccola la vera AtlantistaMeloni scivola su Orbán e sul voto contrario di Fdi e Lega al rapporto UE sul sovranista filo-Putin che chiude giornali e zittisce gli oppositori (e vince le elezioni con leggi elettorali su misura) e sbotta: “L’Ungheria è una democrazia. Orbán ha vinto le elezioni”. Certo. Le ha vinte. Ma Meloni si guarda bene dal parlare dell’involuzione illiberale avvenuta in Ungheria dalla prima all’ultima vittoria del suo sodale politico.

Il racconto sovranista di Meloni è infatti volutamente impreciso, parziale, di partesovranista, appunto, e la costringe a gettare la maschera dell’atlantista dura e pura per ritornare a quella che le è assai più congeniale di sovranista dura e pura con pulsioni illiberali che troppo spesso fanno capolino da un sorriso da manuale di ortodonzia. Meloni, lo ha detto lei, ritiene che chiunque vinca le elezioni sia implicitamente democratico e a capo di una democrazia e, si noti bene, tale rimanga anche quando muove le pedine nel senso di una involuzione illiberale del regime democratico trasformandolo in quello che è il sogno di Putin: un nuovo ordine mondiale basato sulle democrazie illiberali come quella che governa a Mosca, a Budapest, ad Ankara, che fa capolino nemmeno troppo timidamente a Belgrado, che Pechino auspica.

Meloni parla dopo il pollice verso di Lega e Fratelli d’Italia che hanno votato contro: perché si dice una cosa in Italia e se ne fa un’altra in Europa come la coerenza delle destre ci hanno abituato a fare. Interviene subito dopo Silvio Berlusconi che con fatica articola il suo “se gli alleati prendono strade diverse sull’UE noi non saremo al governo”. Suona tanto come terza gamba elettorale, ma a una settimana dal voto non c’è altra scelta che non sia quella di stare a vedere.

In chiusura la vera Meloninove giorni dal voto a promulgare il verbo secondo il quale se vinci le elezioni poi fai quello che vuoi, perché sei stato investito da dio (patria e famiglia) e rimani democratico anche se ti chiami Putin (vale anche se lei si riferisce a Orbán). E il messaggio è così fortemente inquietante che si smarca persino Berlusconi.

 

 

(16 settembre 2022)

©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata